- Densitometria Ossea Lombare
- Densitometria Ossea Femorale
- Studio della microarchitettura dell'osso (TBS: Trabecular Bone Score)
- Densitometria ossea radio-ulnare (extra-distale)

La Sezione Diagnostica è dedicata allo studio dell'Osteoporosi.
E' possibile effettuare la densitometria ossea con l'apparecchiatura DEXA di ultima generazione.
La nostra macchina permette inoltre lo studio dimensionale dei corpi vertebrali (morfometria vertebrale) con notevole risparmio di dose al Paziente rispetto alla radiografia convenzionale (la dose può essere considerata equivalente a quella assorbita durante un volo arereo di medio raggio).
Gli esami sono prenotabili attraverso il CUP metropolitano.
Per ulteriori informazioni telefona allo 010 5522 9986.
Cos'è la Densitometria Ossea?
La Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) con tecnica DEXA (Dual X-ray Absorptiometry) è l'esame che misura la massa ossea (o densità minerale ossea), cioè la quantità di minerali (espressa in grammi) contenuti nel nostro scheletro.
L'esame mineralometrico può essere eseguito a livello dell'avambraccio, della colonna lombare, del femore. La MOC-DEXA utilizza i raggi X, ma la dose di radiazione utilizzata per l'esame è bassissima, molto minore di quella di una normale radiografia, e infinitamente minore di quella di una TAC.
Pertanto, non ci sono assolutamente problemi a ripetere la MOC nel tempo.
Solo questo esame permette di fare con precisione la diagnosi di osteopenia o di osteoporosi. In una persona adulta, la diagnosi si fa esaminando il T-score, cioè valutando di quanto il valore in esame si differenzia da quello del campione di riferimento (soggetti sani dello stesso sesso e di età pari a 25-30 anni, ossia esaminati nel momento in cui si raggiunge il picco di massa ossea). Secondo i criteri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (riferiti alle donne in menopausa), si parla di osteopenia quando il valore del T-score è inferiore a -1, e di osteoporosi quando il T-score è inferiore a -2.5.
Nei criteri di accesso alla densitometria ossea stilati dal Ministero della Salute nell'ambito dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) si sottolinea come la Densitometria ossea sia utile nella gestione clinica del paziente perché l'osteoporosi può essere asintomatica fino a quando non si verifica la prima frattura; perché i fattori di rischio clinici per ridotta massa ossea non sono sufficienti per fare o per escludere una diagnosi di osteoporosi; perché per valutare il rischio frattura e l'eventuale terapia è meglio avere i risultati della densitometria ossea oltre ai fattori clinici; perché nonostante la presenza di fratture legate a traumi di minima entità sia sufficiente per fare una diagnosi di osteoporosi, per fare una valutazione del rischio di possibili nuove fratture è meglio avere anche la misurazione della massa ossea.
La Densitometria ossea, dunque, serve. "La densitometria ossea permette di quantificare- si legge- in modo accurato e preciso la massa ossea, che costituisce il principale indicatore del rischio di frattura".
La Densitometria secondo il servizio sanitario nazionale: I criteri sono fissati dai LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza) i quali affermano che la densitometria non è un esame prescrivibile con caratteristiche d'urgenza.
E per i criteri di accesso (per uomini e donne) sono stati indicati fattori di rischio maggiori o minori quali:
- precedenti fratture da fragilità o riscontro radiologico di fratture vertebrali
- riscontro radiologico di osteoporosi
- terapie croniche che possono favorire l'insorgenza di osteoporosi
- presenza di patologie a rischio di osteoporosi.
Per quanto riguarda le donne in menopausa sono considerate "a rischio" quelle donne che hanno la madre che ha avuto una frattura osteoporotica prima dei 75 anni; quelle donne che sono entrate in menopausa prima dei 45 anni; quelle donne che hanno una eccessiva magrezza.
Sempre secondo i LEA l'indagine densitometrica è inoltre indicata in presenza di 3 o più fattori di rischio minori per le donne in menopausa:
- età superiore a 65 anni
- familiarità con severa osteoporosi
- periodi superiori a 6 mesi di amenorrea premenopausale
- inadeguato apporto di calcio
- carenza di vitamina D
- più di 20 sigarette al giorno
- abuso di alcool
Cos'è il TBS?
Il Trabecular Bone Score (TBS) è uno strumento clinico in grado di valutare la microarchitettura ossea, ovvero la disposizione e l'integrità delle trabecole, piccole strutture che compongono l'osso spugnoso.
Un algoritmo (TBS iNsight) rianalizza la dinamica spaziale delle variazioni dell’intensità dei pixel sul tratto vertebrale lombare, ricrea una mappatura qualitativa trabecolare, permettendo una valutazione della microarchitettura dell’osso per ogni corpo vertebrale; i dati necessari sono ottenuti dall’immagine DXA prodotta dal densitometro osseo (MOC - mineralometria ossea computerizzata) senza dover eseguire ulteriori esami o esporre il paziente ad ulteriori radiazioni.
Le sedi più frequenti di frattura da fragilità sono le vertebre, l’estremo prossimale del femore, l’estremo distale del radio e l’estremo prossimale dell’omero. La frattura vertebrale (FVO) è il tipo più comune nell’anziano. Nonostante i dati attuali di alte percentuali per le fratture da fragilità, l’osteoporosi resta ancora sconosciuta e non trattata in oltre il 50% dei pazienti che presentano questa tipologia di frattura.
Il TBS è uno strumento utile per valutare il rischio di fratture osteoporotiche anche in pazienti con densità ossea normale o osteopenica perché la microarchitettura dell’osso spongioso è un fattore determinante della resistenza ossea che non può essere misurato dalla densitometria ossea.
Il TBS, unito alla BMD misurata con la MOC, migliora la capacità predittiva e la stratificazione della popolazione da trattare con terapie anti-osteoporotiche inoltre, l’attuale letteratura, indica che un valore basso di TBS a livello lombare è associato sia ad una storia di frattura che all’aumento di incidenza di nuove fratture. Un numero rilevante di studi cross-sezionali e prospettici stanno documentando come il TBS possa giocare un ruolo fondamentale nei casi di aumento del rischio di frattura dei pazienti trattati con glucocorticoidi, con iperparatiroidismo e nelle malattie reumatiche con osteoporosi secondaria.














